Prime Esperienze
Laura
di ringo00
17.09.2017 |
19.884 |
3
"Si mise carponi sul divano e mostrò la fica; deglutii: non mi aspettavo di arrivare a quel punto..."
-ATTENZIONE- QUESTO RACCONTO E' UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, LUOGHI O FATTI REALI E' PURAMENTE CASUALE.(dedicato a L.)
A chi non è mai successo di essere attratto da una donna più grande da ragazzini? Una zia, una vicina di casa, o una prof, alla quale dedicavamo le nostre "meditazioni"? A me capitò con un'amica di mia madre, Laura, una bella trentaseienne singola che viveva sullo stesso pianerottolo d casa mia. Rossa naturale, pelle chiara, occhi celesti e sorriso perlaceo la rendevano molto attraente; fisicamente era piacevolmente formosa, una quinta naturale, vita stretta, fianchi larghi e un bel sedere formoso e invitante. Casalinga, vestiva sempre con dei vestiti interi da casa, quasi sempre bianchi e sempre senza reggiseno, diceva che le dava fastidio; ogni tanto, mentre puliva le scale, ne approfittavo per passare di lì e dare una sbirciata a quei seni giunonici dai capezzoli che puntavano la stoffa del vestito. Era sempre allegra, solare e giovanile, aveva la rara capacità di mettere chiunque a proprio agio. All'epoca avevo quattordici anni, la tempesta ormonale aveva appena incominciato a lambirmi: il vedere Laura con quei vestiti scollati mi faceva un certo effetto, e in breve divenne la musa dei miei sogni adolescenziali. Con la scusa che mi aveva visto crescere, era piuttosto affezionata a me, credo che mi vedesse come un nipote, era sempre molto dolce e affettuosa. Spesso mi abbracciava, così, semplicemente, affondandomi la faccia tra quelle collinette rosa che aveva in petto; da piccolo mi piaceva, non ci vedevo nulla di male, ma crescendo la cosa mi accendeva i bollenti spiriti, che dovevo andare a sfogare in bagno. In poche parole, Laura mi attirava come una calamita, e spesso fantasticavo sul fare l'amore con lei.
Mia madre spesso cucinava dolci, e molte volte ne faceva anche per Laura, e mandava me a recapitarli. Lei apprezzava molto, e mi chiedeva sempre di rimanere a mangiarli con lei, e io accettavo con entusiasmo, adoravo la sua compagnia. Un bel giorno, con la consueta torta, mi recai da Laura, che come sempre mi salutò affettuosamente, accarezzandomi la testa.
"Ciao, caro. Vieni, entra, che ce la mangiamo insieme."
Mi fece accomodare sul divano mentre preparava il caffè in cucina; dalla mia posizione la vedevo di spalle, in modo tale da godermi la vista di quel maestoso fondoschiena. Sembrava la solita chiacchierata amichevole, ma a un tratto Laura si chinò in avanti per prendere una zolletta di zucchero, e nel farlo dal vestito fece capolino una bella tettona bianca, con i capezzoli belli grandi e l'areola scura. Rimasi incantato per un istante a fissare quel ben di Dio, per poi avvampare per la vergogna. Laura fece OH e si ricompose. Abbassai lo sguardo, pieno di vergogna: "Scusami, non... non ho visto nulla, credimi..."
Con un sorriso Laura si sedette accanto a me: "Non è successo nulla di male, stai tranquillo. Sei un adolescente, è normale che ti sia eccitato." Con molta dolcezza mi cinse le spalle con un braccio e mi tirò a se, posandomi la testa sul seno: come era bello morbido e caldo! Accarezzandomi la testa sussurrò "Toccala pure se vuoi." Mi sembrava un sogno: non riuscivo a credere a ciò che mi stava capitando. Laura mi prese pazientemente la mano con la sua e se la portò sulla mammella destra.
"Adesso muovi la mano lentamente, in circolo, piano piano"
Obbedii docilmente: la mia mano accarezzava quella tenera carne, una sensazione meravigliosa. Sentivo il capezzolo premere sul palmo della mano attraverso il tessuto: sembrava che le piacesse.
"Aspetta un attimo, facciamolo meglio" disse a un tratto. Abbassò le spalline del vestito liberando quel seno giunonico e fece cenno di sederle in grembo. "Così è meglio, no?" sorrise. Mi misi in posizione e cominciai a palpare a piene mani quei bei seni morbidissimi; Laura chiuse gli occhi e si abbandonò alla sensazione: "Mhhh, bravo, continua così, vai benissimo, caro."
Un'erezione potente mi stava gonfiando il tessuto dei jeans: Laura allungò la mano e iniziò a carezzami lì, come stavo facendo io con lei. Slacciò la patta e prese in mano il mio membro, scappellandolo lentamente. Mi sfuggì un gemito, desiderai che quel momento durasse per sempre, ma non avevo fatto i conti con l'eccitazione: infatti, all'improvviso, le eiaculai sulla mano un bello schizzo di seme. Mi vergognavo a morte: avrei voluto durare più a lungo, ma era la mia prima volta, e la mia performance lasciò abbastanza a desiderare. Laura sembrò capire la mia sensazione e mi sorrise incoraggiante: "Non importa, adesso ti faccio tornare subito il pisello duro. Mettiti sdraiato e rilassati."
feci come diceva, chiedendomi cosa avesse in mente. Si mise a pancia in giù e schiuse le tenere labbra me lo prese in bocca. Laura mi stava facendo una fellatio! Succhiava lentamente, senza fretta, poi lo leccava sull'asta, scendeva fino alle palle per poi fare il percorso inverso. Avvicinò una tetta al mio pene, avvicinò il capezzolo alla punta e prese a sfregarlo velocemente.
"Ahhh..." mi sfuggì. Laura intervallava il succhiarmi a questa piacevole pratica, e nel mentre si portava la mano tra le cosce, accarezzandosi là in mezzo. Una volta che il mio arnese fu tornato bello duro grazie al suo sapiente tocco, Laura, senza nemmeno spogliarsi si sfilò le mutandine, che notai essere bagnate. Si mise carponi sul divano e mostrò la fica; deglutii: non mi aspettavo di arrivare a quel punto. Rosa, bagnata e invitante come il frutto del peccato: Laura allargò le labbra con le dita: "Dai, mettilo dentro, su..." diceva, agitando il culo. Era ormai fuori controllo dall'eccitazione. Presi coraggio e mi avvicinai: ispezionai quel bocciolo rosa con la punta, ma Laura esclamò "Nooo... smettila di stuzzicarmi, mettilo dentro... non ne posso più!!!"
Allora la accontentai e lentamente lo inserii dentro di lei, nella sua fica calda e accogliente. Laura emise un forte sospiro una volta che il mio pene fu tutto dentro, e anche io mi fermai un attimo, godendomi quella sensazione di caldo e bagnato. Laura agitò ancora un po' le chiappe: "Dai, adesso scopami, caro!" Allora la presi per i fianchi cicciottelli e iniziali a fare avanti e indietro, prima lentamente, poi sempre più forte e veloce, tra i gemiti goduriosi di Laura. Si stava realizzando il mio sogno erotico, stavo facendo l'amore con Laura!!!
"Ahhh, sìììì... bravo caro, scopami, scopami forte... fammi godere tanto..." gemeva lei, mentre le sue tettone sballonzolavano avanti e indietro. Le afferrai quelle belle chiappe morbide e burrose e le palpai appassionatamente, dandogli ogni tanto anche qualche schiaffetto misto a carezze. Quando sentii che stavo per venire accelerai il più possibile il ritmo delle spinte e incominciai a eiaculare, un fiotto, due, tre... non riuscivo a smettere, non ero mai venuto così tanto, mi sembrava di stare riempiendo Laura con il mio seme, e lei lo stava accogliendo tutto, tra mille gemiti e gridolini. Quando il mio pisello smise di schizzare, un lungo sospiro uscì dalle nostre labbra. Non mi sfilai subito, aspettai finchè non si afflosciò; dalla fica di Laura uscì un rivoletto di seme misto ai suoi umori. Crollai sul divano, distrutto ma appagato come non mai. Laura si sdraiò accanto a me, mi baciò su tutto il viso, con dolcezza materna. "Ti ringrazio, caro, era da un sacco di tempo che non godevo così tanto, ne avevo proprio bisogno."
Mi raggomitolai contro di lei e appoggiai la guancia su una tetta, mentre lei mi accarezzava. Credo che ci assopimmo così, abbracciati, finchè non mi accorsi che si era fatto tardi. Quasi a malincuore mi ricomposi e mi avviai verso casa. Prima di infilare la porta, Laura mi disse: "A presto, caro, salutami tua madre." Poi, in tono sensuale, si chino e sussurrò "Quando vuoi... mangiare una torta con me, vienimi a trovare, ok?"
Sorrisi felicemente: "Certo, puoi contarci!"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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